Nel linguaggio giuridico esistono diversi modi per classificare i contratti, una distinzione fondamentale è quella tra contratti commutativi e contratti aleatori. Capire questa differenza significa interpretare meglio gli accordi che firmiamo ogni giorno, dai più semplici ai più complessi.

Spesso, quando acquisti un bene o concludi un contratto di lavoro, ti trovi di fronte a un contratto commutativo senza nemmeno accorgertene. Questo perché nella maggior parte dei rapporti giuridici è normale che le prestazioni delle parti siano conosciute e bilanciate fin dall’inizio.
Cosa significa contratto commutativo secondo il diritto civile
Il contratto commutativo è quel tipo di contratto in cui le prestazioni delle parti sono determinate e conoscibili già al momento della stipula. In altre parole, ciascuna parte sa con chiarezza quale obbligazione assume e quale controprestazione riceverà. Quindi, non c’è spazio per l’incertezza, l’equilibrio tra dare e avere è valutabile fin da subito.
Questa tipologia si contrappone al contratto aleatorio, in cui invece la prestazione di una o entrambe le parti dipende da un evento incerto o da fattori futuri. Il riferimento normativo si trova nel Codice Civile, che pur non dando una definizione espressa, costruisce la distinzione a partire dalle norme generali sui contratti (art. 1321 e ss. c.c.).
Esempi di contratto commutativo sono la compravendita, il contratto di locazione o il contratto di lavoro subordinato, perché in tutti questi casi le parti conoscono in anticipo i propri obblighi. L’acquirente sa quanto pagherà e che bene riceverà, il conduttore conosce l’importo del canone e il diritto all’uso dell’immobile, il lavoratore sa quale retribuzione percepirà in cambio della propria attività.
La chiarezza delle prestazioni è l’elemento che distingue i contratti commutativi e li rende la forma più diffusa nei rapporti giuridici ed economici.
Le caratteristiche principali dei contratti commutativi
Analizzando meglio questa tipologia di contratto, emergono alcune caratteristiche che permettono di distinguerla con precisione:
- Determinabilità delle prestazioni: le obbligazioni sono note sin dall’inizio, sia per quantità che per valore.
- Equilibrio sinallagmatico: esiste un rapporto di corrispettività chiaro tra le prestazioni delle parti.
- Assenza di incertezza: non è richiesto alcun evento futuro o incerto per definire il contenuto delle prestazioni.
Un esempio utile per comprendere queste caratteristiche è la compravendita di un’automobile. Il compratore sa che dovrà pagare una somma di denaro prestabilita e riceverà in cambio un bene identificato. Non ci sono sorprese o condizioni sospese a eventi futuri, entrambe le parti conoscono diritti e doveri al momento della firma.
Altro esempio è il contratto di appalto, l’impresa appaltatrice si impegna a realizzare un’opera o un servizio, mentre il committente si obbliga a pagare un corrispettivo definito. Entrambe le prestazioni sono misurabili e valutabili già in partenza.
Questa certezza contribuisce alla sicurezza giuridica dei rapporti, le parti possono calcolare costi e benefici prima di impegnarsi, riducendo i margini di rischio. Per questo motivo i contratti commutativi sono molto diffusi non solo tra privati ma anche nelle attività commerciali e imprenditoriali.
Differenza tra contratti commutativi e aleatori
Nei contratti commutativi, come visto, le prestazioni sono certe e bilanciate; negli aleatori, invece, una parte può guadagnare o perdere a seconda del verificarsi di eventi incerti.
Un esempio classico di contratto aleatorio è il contratto di assicurazione: il premio pagato dall’assicurato è certo, ma la prestazione dell’assicuratore (l’indennizzo) dipende dal verificarsi di un sinistro, evento per definizione incerto. Allo stesso modo, i contratti di rendita vitalizia hanno un contenuto che varia in base alla durata della vita del beneficiario.
Capire la differenza non è solo utile a livello teorico, incide anche sulle conseguenze giuridiche. Ad esempio, un contratto commutativo può essere annullato se al momento della stipula una delle prestazioni risulta gravemente sproporzionata rispetto all’altra, mentre questa regola non vale per i contratti aleatori, dove lo squilibrio è fisiologico.
Per questo motivo è molto importante saper definire un contratto come commutativo da uno aleatorio, in quanto la scelta di uno o dell’altro, può cambiare l’esito di una controversia.