Quando si parla di tipi di muffa, la prima distinzione utile riguarda l’aspetto: colore, consistenza e modalità con cui si espande. Ogni variante racconta qualcosa sulle condizioni dell’ambiente, in particolare su umidità, infiltrazioni, isolamento e ventilazione. La presenza della muffa indica un disagio strutturale che, se trascurato, rischia di peggiorare nel tempo.

La muffa nera è quella che preoccupa di più, si presenta sotto forma di puntini scuri che si allargano progressivamente e si concentra negli angoli più freddi della stanza, dietro i mobili o vicino ai serramenti. È legata quasi sempre a una combinazione di umidità e scarsa ventilazione, soprattutto nei mesi invernali. In molti casi rappresenta un segnale di condensa persistente, tipica delle case poco isolate o con sbalzi termici marcati.
Un’altra forma molto diffusa è la muffa verde, che tende a comparire nelle zone costantemente umide come cucine, bagni, pareti vicine ai tubi idraulici. È meno aggressiva rispetto a quella nera, ma indica comunque un microclima sbilanciato, dove la superficie del muro resta bagnata più del normale. Nei bagni mal ventilati si nota spesso una patina verdastra sugli angoli del soffitto o dietro il box doccia.
C’è poi la muffa bianca, spesso confusa con efflorescenze saline. In realtà, quando si presenta come una peluria soffice, il problema è quasi sempre legato all’umidità di risalita o a infiltrazioni di lunga durata. È una muffa che cresce silenziosamente e tende a riapparire se non si elimina la causa alla radice.
La muffa marrone, meno citata ma molto comune, si manifesta come una macchia più compatta, talvolta con bordo scuro. È frequente vicino ai serramenti o all’interno degli armadi, dove l’aria circola poco. In molte abitazioni è legata al ponte termico, ovvero una zona del muro dove la temperatura cambia più rapidamente e crea condensa.
Ci sono poi anche muffe arancioni o rossastre, che si notano soprattutto nei bagni e nelle cucine, ambienti esposti a umidità costante, vapore e schizzi d’acqua.
Se riconosci il colore della muffa puoi comprendere anche la causa:
- muffa nera: condensa e scarsa ventilazione;
- muffa verde: umidità costante e superfici bagnate;
- muffa bianca: umidità di risalita o infiltrazioni lente;
- muffa marrone: zona fredda o poco areata, spesso vicino agli infissi.
Perché compaiono diversi tipi di muffe in casa?
La classificazione delle muffe permette di risalire al perché si formano e di capire se il problema nasce da uno sbilanciamento temporaneo o da una condizione più profonda dell’edificio. Quando in un appartamento compaiono muffe di colori diversi, spesso significa che ci sono più fattori in gioco.
La causa più frequente è la condensa, un fenomeno naturale che si verifica quando l’aria calda e umida entra in contatto con una superficie fredda. È tipico degli appartamenti esposti a nord, dei bagni senza finestra o delle camere dove i mobili sono appoggiati direttamente al muro. La muffa nera e marrone compaiono proprio in queste situazioni.
Un’altra causa ricorrente è l’umidità di risalita, caratterizzata dalla presenza di muffa bianca o macchie spugnose nella parte bassa delle pareti. In questi casi il muro assorbe acqua dal terreno per capillarità, il problema è strutturale e non si risolve con prodotti superficiali.
Le infiltrazioni, invece, creano macchie diffuse e spesso irregolari, con muffe che possono essere verdi, bianche o marroni. Tetti danneggiati, terrazzi non impermeabilizzati o tubature interne deteriorate possono provocare micro-perdite che alimentano continuamente la muffa.
C’è poi il tema dell’areazione insufficiente, molte case moderne sono molto isolate termicamente, ma se non si garantisce un ricambio d’aria costante, l’umidità si accumula. In questi casi i fiori da interno con poca luce, gli armadi pieni e i tessuti pesanti non fanno che trattenere l’umidità, favorendo la comparsa di muffe verdi e nere.
Anche le abitudini quotidiane come, asciugare i panni in casa, cucinare senza accendere la cappa, fare docce lunghe senza ventilare, sono comportamenti che aumentano l’umidità interna.
Come riconoscere ogni tipo di muffa e intervenire in modo efficace?
La fase più importante è l’individuazione del tipo di muffa e della sua origine, senza questo passaggio, anche i migliori prodotti antimuffa risolvono solo per qualche settimana.
In presenza di muffa nera, l’intervento più rapido riguarda il controllo dell’umidità interna. Aprire quotidianamente le finestre, migliorare la ventilazione e utilizzare deumidificatori nelle stanze più fredde sono azioni che riducono la condensa e rallentano la ricomparsa. Nei casi più complessi serve valutare un isolamento delle pareti o la rimozione di ponti termici.
La muffa verde, tipica del bagno, si gestisce con una migliore aerazione, l’uso di ventole adeguate e prodotti che eliminano la pellicola superficiale, evitando che si riformi dopo ogni doccia.
Per la muffa bianca, il discorso cambia: se il fenomeno è dovuto a umidità di risalita, serve un intervento tecnico come barriere chimiche, intonaci deumidificanti o trattamenti strutturali. Se pulisci senza correggere la causa non otterrai soluzioni durature nel tempo.
La muffa marrone richiede invece attenzione ai punti freddi, devi spostare i mobili dal muro, migliorare il ricambio d’aria e valutare l’isolamento termico della parete.
Ecco come agire:
- muffa nera: migliorare ventilazione, gestire condensa.
- muffa verde: intervenire su umidità costante, bagni e cucine.
- muffa bianca: verificare infiltrazioni e umidità di risalita.
- muffa marrone: correggere ponti termici e zone fredde.
Quando è necessario rivolgersi a un professionista?
Se la muffa compare ciclicamente nonostante una buona ventilazione, o se coinvolge aree estese del muro, è opportuno chiedere una valutazione tecnica. I professionisti individuano con strumenti precisi la fonte dell’umidità, capillarità, infiltrazioni, ponti termici, e propongono una soluzione mirata. Questo evita sprechi di tempo e il rischio di peggiorare il problema con interventi improvvisati.