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Ambiente e amianto. La situazione italiana

Ampiamente utilizzato alla fine degli anni ‘80 per la realizzazione degli edifici, l’amianto – purtroppo – ha trovato largo impiego nell’industria edile e meccanica italiana in virtù della versatilità e dei costi contenuti. Nonostante fossero già abbastanza chiari gli effetti dannosi per la salute, la produzione di amianto è stata vietata solo a partire dal 1992, anno in cui l’Italia ha ufficialmente riconosciuto la sua pericolosità dettando le norme per la cessazione e per lo smaltimento. Resistenza all’usura e al calore hanno fatto dell’amianto il materiale per eccellenza per pavimentazioni, coperture, tubazioni e persino tessuti. Quello che viene comunemente chiamato eternit altro non è che un suo derivato.

L’asbesto è un minerale presente in natura che, in passato, veniva estratto dalle cave. A riguardo l’Italia deteneva suo malgrado un triste record poiché la più grande cava in Europa è stata quella di Balangero, in provincia di Torino. L’aspetto più preoccupante? Tutto ciò che è stato realizzato con l’amianto diventa letale nel momento in cui il deterioramento raggiunge un certo livello (cosa che accade nel giro di pochi anni). La sua friabilità infatti è dannosa perché vengono liberate delle fibre che, a causa della scarsa coesione interna, respirate sotto forma di polveri sottili causano gravi patologie come tumori della pleura, carcinomi polmonari e asbestosi.

Maggiore è il tempo di esposizione, maggiori sono i rischi di contaminazione. Il governo italiano sostiene ormai da tempo la lotta all’amianto. A partire dal 2013 la presenza di eternit è soggetta a denuncia e, per chi ne è in possesso, è stato introdotto l’obbligo di monitoraggio. A tal proposito l’ultima Legge di bilancio 2018 ha prorogato al 31 dicembre la detrazione fiscale per interventi di ristrutturazione edilizia tra cui rientrano le operazioni per la rimozione dell’amianto e la sostituzione con nuovi materiali. L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto – ha confermato che l’asbesto è un killer che provoca ogni anno quasi seimila decessi dovuti a patologie riconducibili ad esso.

Il Registro dei mesoteliomi della Lombardia, per esempio, ha sottolineato che in 18 anni sono stati trattati 6.343 casi. Tra gli aspetti più preoccupanti vi è quello delle scuole piene di amianto. A proposito di Lombardia, a Bergamo in 5 anni sono stati rimossi 20mila metri quadrati circa di coperture realizzate in cemento-amianto. In questo senso il passo più importante è quello dell’accertamento. Per questo è bene rivolgersi solo ad aziende specializzate che, come in questo caso, si occupano di smaltimento amianto Bergamo.

Sempre nel comune è stata avviata la sperimentazione con i droni che ha portato risultati decisamente positivi. Attraverso questo sistema è stata realizzata una supervisione degli edifici che necessitano della bonifica e per la primavera del 2018 è stata prevista una mappatura precisa sugli edifici dei cittadini. Quella della lotta all’amianto è una corsa contro il tempo. Tutto questo è importante anche per Paesi come Kazakistan, India e Cina che a differenza di quanto è stato fatto dall’Italia non hanno ancora vietato l’amianto.


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